02 dicembre, 2009

Appunti Dicembre!

6 commenti:

  1. Storia: “ La potenza di Venezia” pag: 186-187-188
    Pellegrini Lisa


    Nel XIV secolo Venezia divenne il centro economico più importante di tutta Europa.
    Nei primi trent’anni del Quattrocento Venezia era riuscita ad estendere i propri domini in Italia settentrionale fino a controllare Padova.
    All’inizio del XVI secolo tentò di allargarsi ulteriormente occupando alcune terre della Romagna, così da scatenare la reazione di Giulio II.
    Sul piano economico Venezia aveva dei possedimenti nell’ Egeo; Cipro produceva infatti canna da zucchero; Candia & Corfù erano importanti per la produzione di uva passa e vino di Malvasia.
    In questi territori vi era un regime do “monocultura”, ovvero un’agricoltura che non teneva conto delle esigenze della popolazione ma producevo solo per l’esportazione.
    Venezia nel XV secolo era il principale porto che serviva alla Germania per le grandi esportazioni.
    Tale porto era chiamato Fondaco dei Tedeschi.
    Il Fondaco era anche un albergo per i mercanti provenienti dalla Germania e magazzino per le loro merci.
    Esso è stato distrutto nel 1505 a causa di un incendio.
    La potenza di Venezia è data dalla sua notevole capacità di produrre navi sia militari, sia commerciali.
    A ciò provvedeva L’Arsenale un cantiere navale di proprietà dello stato con duemila operai.
    Dal 1328 l’Arsenale iniziò a produrre una ventina di navi più solide e più grosse, erano imbarcazioni che usano il remo solo per entrare e uscire da un porto.
    Esse erano concesse in uso dei mercanti, ma queste galere da mercato restavano in mano dello stato.
    Intorno al 1500 che volesse acquistare prodotti dell’oriente doveva rivolgersi a Venezia che era il mediatore unico e insostituibile del grande commercio.

    RispondiElimina
  2. IL PROBLEMA STORICO DELL’EGEMONIA.

    Negli ultimi anni del XV secolo, vi furono due novità rivoluzionarie:l’accesso diretto alle Indie orientali e la scoperta dell’America. Una parte dell’Europa venne schiacciata dalle potenze più importanti e lo spostamento di potenza verso l’Atlantico fu un processo molto lungo. L’Italia nel 1500 perse il monopolio della ricchezza e nel 1600, a causa di un cambiamento decisivo, smise di essere la potenza più importante dell’Europa. A Firenze si sviluppò una compagnia bancaria e commerciale molto importante,quella dei Medici. Nel 1434 con Cosimo il Vecchio divennero i padroni politici di Firenze. Il loro era un domino di tipo finanziario e commerciale, con sedi a Bruges, Londra e Roma. I Medici ottennero dal Papa il monopolio assoluto per il commercio dell’allume, scoperto nel 1459 a Tolfa e che fino a quel momento poteva essere acquistato solo in Asia Minore. L’allume era un materiale essenziale per la lavorazione della lana. In Italia, in particolare a Lucca si sviluppò la produzione dei tessuti in seta. I prodotti di queste industrie servivano per creare abiti, per i parametri sacri e per decorare le abitazioni preziose damaschi e broccati. La coltura del gelso e l’allevamento del baco, invece, non erano molto sviluppati e la seta greggia veniva importata dal Levante.

    RispondiElimina
  3. Appunti di italiano divina commedia. ginevra orsini:
    Dante per le pene infernali usa la logica del contrapasso; per creare la pena usa caratteristiche del peccato, al quale si applica una pena contraria (es: i golosi, cioè quelli con il peccato di gola, vengono puniti in un luogo molto piovoso dove c’è freddo e maleodorante e poi vengono sbranati da cani visto che avevano mangiato molto.
    Verso 31 bufera infernale: a questi spiriti viene data una colpa e una pena queste due parole sono collegate da un rapporto; a seconda della colpa ci deve essere una determinata pena. (i peccatori del girone dei lussuriosi). I peccatori sono i lussuriosi. La pena è di essere sbattuti in una bufera, in un grosso vortice: dante non infligge una pena grossa ai lussuriosi perché le persone travolte dalla lussuria erano persone travolte dalla passione (peccato del sesso).
    La ruina =rovina, parte della parete del girone che è crollata, queste parti crollarono perché Gesù era entrato all’inferno per andare a salvare le anime buone per portarle in paradiso con lui. Dante dice che quando passa davanti alla rovina sentiva gli animali che stridevano(soprattutto gli uccelli). La ragione e il talento, quest’ultima è l’inclinazione sentimentale cioè la passione. Quando è inverno gli stornelli (uccelli) si riuniscono in un grosso gruppo. Cosi come gli spiriti quando sono gettati da una parte all’altra; quindi paragona gli uccelli agli spiriti.
    Verso 44- Dante nel primo girone spiega le cose che successivamente saranno scontate. Nell’inferno non esiste riposo e non c’è nemmeno la speranza che la pena venga diminuita. Dante in un primo momento vede le anime come un grosso gruppo, ora le vede come le gru, cioè posizionate tutte in fila e dante chiede conferma anche al suo maestro Virgilio. Virgilio per lui è un maestro perché prende da lui l’ispirazione e poi perché lo giuda nel suo viaggio.
    Verso 51- l’aura nera: l’aria nera; era l’aria che c’era all’inferno, cioè un’aria nera perché erano in un luogo oscuro e di conseguenza sembra nera e soprattutto sporca. Era nera anche perché si trovavano nel mondo del peccato.

    RispondiElimina
  4. Virginia Landi Parafrasi pag 65 da 15 a 24

    “o tu che arrivi in questo doloroso posto di accoglimento”, mi disse Minosse quando mi vide, lasciando in sospeso un’azione di grande importanza: “ stai attento a come entri e a chi dai la tua fiducia, non lasciarti ingannare dalla facilità con cui sei entrato”. E la mia guida disse a lui: “ perché stai gridando? Non ostacolare la sua partenza voluta dal destino: così si vuole nel luogo dove si può fare quello che si vuole e non chiedere altro”.
    COMMENTO.
    Negli ultimi tre versi da 22 a 24 nella frase: “non impedir lo suo fatale andare, vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole…” si fa riferimento a Dio, in quanto viene menzionato il Paradiso come il luogo dove si può fare ciò che si vuole ed è come se fosse stato Egli ad aver progettato in precedenza tutto il cammino che avrebbe intrapreso Dante e nessuno può cambiare la decisione di Dio.
    La parola Fatale ha una semantica particolare perché il fato per i greci era una divinità al di sopra di tutte le altre dato che decideva il destino degli uomini ma anche quello degli Dei.

    RispondiElimina
  5. Inferno canto V Dante
    Pellegrini Lisa



    Dante dice:” Poeta parlerei volentieri con quelle anime che camminano unite e paiono leggere al vento.”
    Si nota due cose: sembrano più leggere(anime) delle altre.
    “Pregali per quell’amore che li porta”—ovvero anime portate dall’amore, il vento spinge e le sposta verso Dante.
    Affannate: condizione in cui sono ovvero percosse da questo vento.
    “S’altri nol nega”—“se qualcuno non da l’impedimento” (comando di dio). Paragone con gli uccelli:
    Anime paragonate a colombe: animali più domestici & più graziosi,rappresentano le colombe quando stanno atterrando sul cielo con le ali alzate rivolte indietro.
    “ Dolce nido”—chiamate dal desiderio es: figli/ amore.
    “cotali uscir de la schiera ov’è Dido a noi venendo per l’aere maligno..”---“uscirono dalla schiera dove c’era Didone e vengono verso dante”.
    Aere Maligno: aria crudele con loro “cattiva” (vento di bufera).
    “O animal grazioso e benigno”—animale: significato timologico dotato di anima.
    Grazioso: gentile, Benigno:benevole.
    Aere perso: ci vuole dire qualcosa. Perso: colore nero/ quindi “anime perdute”.
    “Noi che tingemmo il mondo di sanguigno”—“noi che tingemmo il mondo di sangue”
    Anime che sono state uccise oppure si sono uccise da sole.
    “ Se fosse amico il re de l’universo”—“Se il re dell’universo (Dio) fosse amico delle anime”,grazia divina: anime dannate.
    “Noi pregheremo”---“Se potessimo noi pregheremo” -> Dante atteggiamento di pietà. (parleremo con te e di quello che vuoi.)
    “Vento si tace”—“si ferma” cioè continua ad esserci la bufera ma dove sono loro vi è un pò di pace. Spiegazione Vento: ci vuol dire che il vento quando soffia fa rumore, ma quando non sentiamo più niente vuol dire che tace.
    “Dove ‘l Po Discende”—“Po luogo tanto amato”.

    Fine verso .98.

    RispondiElimina
  6. INFERNO FRANCESCA PIPPIA
    CANTO V

    vv.1-6=Scesi dunque dal primo nel secondo cerchio, che contiene in sé meno spazio (essendo la sua circonferenza più piccola), ma una pena tanto più crudele, che spinge a lamentarsi. Ivi si trova Minosse in atteggiamento terrificante, e ringhia: valuta, all’ingresso del cerchio, le colpe (dei peccatori); li giudica e li destina (ai rispettivi luoghi di punizione) a seconda del numero di volte che attorciglia (la coda intorno al proprio corpo).

    vv.7-12= Voglio dire che quando l’anima sciagurata si presenta al suo cospetto, rivela tutto di sé; e quel giudice dei peccati comprende quale parte dell’inferno si addice ad essa; si avvolge con la coda tante volte per quanti cerchi infernali vuole che venga precipitata in basso.

    vv.13-15= Davanti a lui ve ne sono sempre in gran numero: le une dopo le altre si sottopongono ciascuna al suo giudizio; si confessano e ascoltano (la sentenza), e poi vengono travolte nell’abisso.

    vv.16-20= "O tu che giungi alla dimora del dolore", disse Minosse a me quando si accorse della mia presenza, interrompendo l’esercizio della sua così alta funzione, "considera attentamente il modo in cui stai per entrare (se hai cioè i meriti necessari per compiere incolume il viaggio nell’inferno) e colui in cui riponi la tua fiducia: non lasciarti trarre in inganno dalla larghezza dell’ingresso!"

    vv.21-24=E Virgilio di rimando: " Perché ti affatichi a gridare ? Non ostacolare il suo viaggio predestinato: si vuole così là dove si può fare tutto ciò che si vuole, e non chiedere altro".

    vv.25-27= A questo punto cominciano a farsi sentire le voci del dolore; ora sono arrivato là dove molti pianti colpiscono il mio udito.

    vv.28-30=Giunsi in un posto privo d’ogni chiarore, che rumoreggia come un mare in tempesta, sotto la furia di venti contrari.

    vv.31-36=La tempesta di questo cerchio dell’inferno, destinata a non avere mai tregua, trascina le anime con impeto travolgente: le tormenta facendole vorticare (in tutti i sensi) e facendole urtare (fra loro ). Quando giungono davanti alla rupe franata, qui prorompono in grida, in pianto unanime, in lamenti; bestemmiano qui la potenza di Dio.

    vv.37-39=Compresi che a una siffatta pena sono condannati i lussuriosi, che sottomettono la ragione alla passione.

    RispondiElimina